Letture 2007/2, pp. 28-29 (collana: la stanza del poeta)
Gaeta, settembre 2007
Renzo Cremona – sedici settimane
traduzione in greco di Keti Maraka
Edizioni EVA 2007
di Giuseppe Napolitano
Esce direttamente con traduzione in greco nel piccolo formato della collana i colibrì, questo libretto di un giovane (ma non tanto) ed esperto già poeta dei sentimenti. È un lavoro delicato malgrado la tematica proposta sia quella rischiosissima dei sensi – e per di più dei sensi Cremona ha scelto quelli che tanto piacquero a tanti poeti greci della classicità, quelli di un lui che scrive a lui.
Anche per questo, per questo legame con una maniera di esprimersi che un tempo era tanto diffusa da potersi ritenere “normale”, le sedici settimane di Cremona (che altrimenti farebbero piuttosto ricordare il titolo di un banale film patinato di qualche anno fa) hanno una levità di tono esaltata da una sobria ma non quotidiana filigrana lessicale.
Appena 28 brevissimi testi, ma densi di letteratura, e si nota (e si apprezza) la conoscenza che l’autore ha del fare poesia – andare a cercare ascendenti e maestri, ispiratori o modelli sarebbe facile gioco intellettualistico; e invece qui va cercata sempre la spontaneità di un’espressione che è spontaneità di esperienza, ed è poesia per il suo trasferirsi sulla carta dalla vita vissuta, dalla genuina voglia di comunicare (e comunicarsi nella parola). Non si può evitare di pensare a Kavafis, almeno, e al nostro Penna, per certe atmosfere, per certe allusività descrittive, alla sensuale freschezza di Saba…
Ci sono immagini e situazioni che sfiorano le accensioni dell’eros rimanendo nel dominio della compostezza – la poesia è nella grazia che emana da uno sguardo, da una parola, da un gesto sospesi, accennati… “siamo un’isola perfetta / io e te / al centro della notte”; “…la mia lingua / riproduce / esattamente / il racconto che hai / sulle labbra”.