Pubblicazione: aprile 2023.
Editore: Editrice Clinamen.
Collana: La Biblioteca d’Astolfo.
Codice ISBN: 978-88-8410-331-4.
Note: Il libro è stato originariamente scritto tra il 2006 e il 2007.
Premessa (su gentile concessione di Editrice Clinamen)
a cura dell’autore
Opera suddivisa in venticinque quadri, ciascuno dei quali forma una microbiografia a sé stante, “Le vite perpendicolari” supera la tradizionale distinzione di genere tra prosa e poesia e si snoda attraverso una galleria di personaggi caratterizzati ciascuno da una diversa ossessione, ma accomunati dall’essere tutti quanti impegnati in un’instancabile e originale attività creativa. Episodi per lo più indipendenti gli uni agli altri, i quadri sono in realtà immaginari ritratti di maestri dell’arte, una vera e propria prosecuzione visionaria dell’opera che Giorgio Vasari scrisse nel XVI secolo. Continuano pertanto quasi cinquecento anni dopo le vite di architetti, pittori e scultori, uomini eccellenti anche se ignoti, figure sfuggite alle maglie del tempo e appartenenti ormai a qualsiasi luogo e ad ogni momento, creatori di opere e artifici destinati a cambiare le esistenze di tutti.
Davanti ai nostri occhi sfilano così il miniaturista Vittore Clementi, convinto che il mondo possa essere racchiuso e compreso solo se catturato nell’infinitamente piccolo; il paesaggista Sauro Introverti, che possiede l’insolita capacità di produrre quadri all’interno dei quali si può entrare e perdersi; l’intagliatore di gemme Saverio Trasmodi, convinto che della vita si possa fare un diamante perfetto tagliando fuori tutto quello che non si può e non si vuole tenere; Sebastiano Cimmeri, il controverso pittore della verità perseguitato dal potere; Mauro Aulente, in grado di dipingere addirittura gli odori; Brando Antenori, l’architetto dei luoghi in cui si trova quello che si sarebbe voluti diventare e non si è riusciti ad essere; Flavio Arcangeli, lo scultore del tempo che dentro di noi si è perduto per sempre; Dorotea Remoti, pittrice di lontananze; Ettore Adeso, il riparatore dei giorni interrotti; Invenzio Serva, l’architetto ideatore del Tempio delle Parole Scomparse. E accanto a questi si muovono molti altri personaggi, i quali portano nel nome e nel cognome i segni di un dna etimologico precedente alla loro stessa creazione artistica, il marchio di un destino anteriore persino alla loro volontà.
È un’atmosfera sospesa quella in cui abitano e vivono questi uomini, un universo metafisico dove individui e cose hanno ancora i contorni della realtà ma sono pervasi da un’atmosfera allucinata, straniante, che trasfigura atti e pensieri rendendoli segni misteriosi di una sintassi ulteriore, di un limbo pietrificato dove si attende il disvelamento di qualche terribile segreto.
Sono personaggi che circolano tra noi, questi, eppure fingiamo di non vederli; ma è grazie a loro che continuiamo a gridare al miracolo e, se li guardiamo da vicino, non potrà sfuggirci che ne conosciamo talmente bene i tratti da riuscirci familiari come il nostro volto allo specchio. È questa l’inquietante verità che si portano addosso, ed è questo il motivo per cui nessuno di loro è disposto a farsi inghiottire dal buio e lotta, con le unghie e con i denti, per lasciare della propria presenza almeno una traccia, un frammento di senso, un tassello che possa, nonostante tutto, parlare di loro e testimoniare che ci sono stati, che non sono stati vani, e che senza di loro il mistero della vita sarebbe stato sicuramente più cupo e arduo da attraversare.